Da qualche tempo dentro Inventor troviamo comandi, vincoli, opzioni, che hanno a che fare con il concetto di “levigatezza”, a partire dal vincolo “levigato” che troviamo nell’ambiente di schizzo fino alle opzioni di alcune lavorazioni.
Se ad esempio clicchiamo sulla creazione di un raccordo, uscirà il solito pannello con opzioni. Tra le opzioni si potrà scegliere quella che preferisci tra tangente e levigato, quest’ultima opzione dice “Raccordo levigato (G2)”, come si vede nell’immagine sotto.
Lo scopo di questo articolo è aiutarti a capire che cosa vuol dire il raccordo levigato e fare anche alcune considerazioni.
Per capire cosa vuol dire “raccordo levigato” partiamo dall’idea che nella pratica chi deve costruire nel CAD una curva o una superfice particolarmente complessa, generalmente la fa a pezzi e poi li unisce. Il concetto di “Levigato” per Inventor si riferisce alle zone di passaggio da un pezzo all’altro: un grado di levigatezza più alto significa una migliore continuità.
Ma cosa serve un raccordo levigato?
In alcuni settori della meccanica si lavora con superfici complesse: pensa agli oggetti di design, oppure il cofano delle macchine, o più semplicemente un mouse. Questi, come tantissimi altri oggetti, hanno superfici ricurve e complesse, che sarebbe impraticabile modellare con un’unica patch. La tecnica per modellarli consiste nel creare più superfici e poi riunirle, possibilmente facendo in modo che questa congiunzione non sia visibile agli occhi, altrimenti non si ha un risultato esteticamente piacevole.
Questo vale sia per le curve bidimensionali che per le superfici tridimensionali. Vediamo le casistiche ci possono capitare.
Nessun collegamento, e quindi men che meno continuità:
Livello G0: le curve sono collegate fra loro, ma al congiungersi formano uno spigolo (quindi alla congiunzione non sono continue dal punto di vista matematico). Dire continuità G0, equivale a dire che le due curve si toccano in corrispondenza dei loro estremi, e niente più; sulle due curve abbiamo una sola condizione: due estremi devono essere sovrapposti.
Per ottenere ulteriori livelli di continuità, dobbiamo aggiungere condizioni alle due curve nel punto preciso in cui si toccano, imponendo l’uguaglianza rispettivamente delle derivate prima, seconda e terza. Vediamoli uno alla volta.
Livello G1: richiede che le due curve abbiano, nel punto in cui si toccano, la stessa derivata prima, ovvero devono essere tangenti all'estremità. Un tipico esempio di questo livello di continuità è il classico raccordo meccanico.
Livello G2: richiede non solo che le due curve abbiano la stessa derivata prima, ma anche la stessa derivata seconda nel punto in cui esse si toccano. Questo significa che oltre ad essere tangenti hanno la stessa curvatura.
Si tratta di una condizione fondamentale per tutte le superfici che hanno un’importanza estetica. Con queste condizioni si è sicuri che la superficie non avrà nessuna discontinuità visibile, anche se illuminata da diverse angolazioni. In poche parole chi guarda l’oggetto, una volta costruito, non si sarà in grado di capire dove comincia una patch e finisce l'altra.
Livello di continuità G3: richiede oltre ai requisiti di continuità di G1 e G2 che anche la derivata terza sia uguale, per avere lo stesso tasso di variazione del raggio di curvatura
In Inventor non c'è un vincolo G3 per linee e superfici. Questo è un requisito abbastanza specialistico, di solito utilizzato ad esempio da chi modella superfici di classe A in ambiente automobilistico. In questi ambiti di solito si utilizzano altri software come possono essere Alias, Catia o altri strumenti.
Sei interessato alle nostre soluzioni?
Altri articoli che potrebbero interessarti:
Inventor: cosa sono i parametri?
Le tavole di inventor: 2 soluzioni veloci per 2 operazioni lunghe